Nel SUP si usa una tavola composta da diverse parti:
– il deck è la parte superiore della longboard ed è l’area dove si posiziona il “supper” per pagaiare;
– il bottom è la parte posteriore della tavola, dove sono poste le pinne, che assistono il supper nelle manvore e aiutano a mantenere la rotta;
– il rail è il bordo della tavola;
– il nose corrisponde alla parte anteriore, o prua, mentre la tail è la parte opposta, detta anche poppa;
– il rocker è la curvatura.
Vi sono diversi tipi di tavole da SUP, che vengono diversamente forgiate dagli shaper a seconda della specialità (Cruising, Wave, ecc.) o della forma fisica dell’atleta. Le tavole da Stand Up Paddle si dividono in 4 categorie:
– surf, più corte e dalla forma appuntita ai lati, adatte per cavalcare agilmente le onde, ma poco indicate sull’acqua ferma;
– allround, ideali per i principianti grazie alla loro versatilità che garantisce buone prestazioni in tutte le condizioni;
– touring, generalmente più grandi per assicurare la stabilità durante le lunghe escursioni;
– windsurfing, che consentono di assemblare il rig da windsurf nell’apposita scassa.
Un dato che qualifica ulteriormente una tavola da SUP è il volume, che indica il peso del supper che essa è in grado di tollerare senza affondare, distribuito per lo spessore, che ne influenza la galleggiabilità.
Il leash è il laccetto che serve a tenere la SUP board agganciata alla caviglia della gamba che rimane sulla coda della tavola; esso deve avere una lunghezza preferibilmente superiore alla tavola stessa di 30/40 cm.
Per quanto riguarda la pagaia, la sua lunghezza è molto importante per evitare di arcuare la schiena in avanti o all’indietro; essa deve essere adeguata all’altezza del supper e viene approssimativamente determinata allungando un braccio in tutta la sua estensione.