Alcune tradizioni a metà tra il leggendario e il letterario dicono che John Cook, un esploratore che sbarcò alle Hawaii negli anni ’70 del XVIII secolo, vide dei nativi hawaiiani in piedi su queste lunghe tavole, che si spostavano pagaiando. Ovviamente presso quelle popolazioni la tavola era un mezzo strettamente funzionale, usato soprattutto per spostarsi in zone più pescose, e la nascita del Sup come sport dovrà aspettare gli anni Cinquanta del XX secolo.
Duke Kahanamoku, sulla spiaggia di Waikiki, diede impulso al surf da onda come sport vero e proprio, e da lui prese origine tutta la prima generazione di surfisti, chiamati ‘Beach Boys’. Proprio uno di questi ragazzi, però si mise in un secondo momento in piedi sulla propria tavola, ed essendosi appropriato di una pagaia si spinse grazie ad essa fino ad una spiaggia vicina per scattare alcune foto: era nato lo stand up paddling. Per un ventennio questa tecnica venne sovente adottata, ma poi negli anni Settanta con lo sviluppo delle tavole più corte queste longboard vennero ritenute superate e ‘da vecchi’, e il Sup cadde nel dimenticatoio. Si deve a Laird Hamilton, probabilmente il più grande surfista attualmente vivente, il revival di questo tipo di surfata tranquilla e turistica, soprattutto negli ultimi otto o dieci anni. Hamilton, infatti, ha iniziato ad utilizzare questa tecnica permettendo anche un maggiore sviluppo tecnologico dell’attrezzatura.